ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE
JACOPO BARTOLOMEO BECCARI
TORINO
"
Quid aliud sumus, nisi it unde alimur"
"Che cosa siamo se non quello che mangiamo?"
Jacopo Bartolomeo Beccari
Pianta della città di Bologna agli inizi del seicento. L'immagine proviene dal sito dell'ITIS BELLUZZI di Bologna, che si ringrazia.
Documento 1: Notizie degli scrittori bolognesi II, Bologna 1782
Targa
in marmo esposta all'ingresso della sede storica di via Giolitti. |
" Jacopo Beccari non è stato però soltanto un chimico ma uno scienziato ed artista poliedrico che ha saputo coniugare la ricerca pura e la sperimentazione. Nacque a Bologna il 25 luglio 1682 da Romeo, speziale, e da Flaminia Vittoria Maccarini. Prestissimo cominciò a coltivare le lettere e la poesia; a 15 anni intraprese lo studio della filosofia. Studiò anche geometria e trigonometria, ma soprattutto si dedicò alla medicina sotto la guida di un allievo di M. Malpigli. Conseguita
la Laurea nel 1704 in Filosofia e Medicina presso l'Università di Bologna,
Beccari fece parte di un gruppo di studiosi che fu riunito da E. Manfredi
sotto il nome di "
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All'attività didattica Jacopo Beccari seppe unire una vasta ricerca scientifica, riguardante generalmente discipline connesse con la medicina: la fisiologia, la patologia, la dietetica, la bromatologia, l'idrologia, la meteorologia in rapporto alle manifestazioni morbose a ricorrenza stagionale. Ma compì anche studi di chimica e di fisica, che lo tennero occupato sino alla morte, avvenuta a Bologna nel gennaio 1766. Fu sepolto nella chiesa del Baraccano a Bologna. Beccari, essenzialmente un fisiologo, fece crescere la scienza della alimentazione e di chimica degli alimenti. Beccari è passato comunque alla storia della scienza soprattutto come lo scopritore del GLUTINE. Descrisse così il metodo di separazione del glutine, consistente nel mescolare e impastare con acqua la farina di grano e spremerne poi per coltura attraverso tela di lino la parte liquida, che porta via con sé l'amido. L'importanza della scoperta sta non solo nell'aver separato dalla farina di frumento una sostanza nuova, ma anche nell'aver trovato in un vegetale un componente simile a quelli prima ritenuti caratteristici degli organismi animali. (ricerca condotta dal prof. Antonio Miredi) Documento 1: Notizie degli scrittori bolognesi II, Bologna 1782 |